DER TOD UND DAS MÄDCHEN
Vorüber, ach, vorüber!
Geh, wilder Knochenmann!
Ich bin noch jung, geh, Lieber!
Und rühre mich nicht an.
Gib deine Hand, du schön und zart Gebild!
Bin Freund und komme nicht zu strafen.
Sei guten Muts! Ich bin nicht wild,
Sollst sanft in meinen Armen schlafen!
(Mathias Claudius)
Forse esiste davvero un destino che mi ha portato, insieme ai miei colleghi del Quartetto Indaco, tra tutti i brani che ho suonato e che ho in repertorio, a registrare per Rai 5 e gli Amici della Musica di Reggio Emilia, il secondo movimento dal celeberrimo quartetto n. 14, D. 810 detto "La morte e la Fanciulla" o ancora meglio "Der Tod und das Maedchen" dall'omonimo Lied di Franz Schubert.
Potrei parlare per ore delle mille immagini che ho raccolto ascoltando i saggi del quartetto e della musica su questo capolavoro, le citazioni, i momenti, i pensieri. Ma prima di inserire il link alla puntata qui sotto, magistralmente introdotta da Giovanni Bietti, vorrei ricordare uno spunto datomi quando ero ancora giovanissimo per interpretare la prima variazione del secondo movimento che se vorrete potrete ascoltare alla fine di questo piccolo amarcord.
Scenografia: il passo del Wanderer è affidato al violoncello, il tema alle terzine degli archi interni e il primo violino si muove sospirando intorno a questa inesorabile rete ritmica. Forse, Schubert con la sua dolce genialità ha aggiunto un'altra immagine nascosta oltre a quella fin troppo eloquente del Lied stesso.
Il tema e variazioni si basa unicamente sulla seconda parte della "canzone", la parte in cui la morte pacatamente risponde alla violenta corsa di una giovane donna ancora disperatamente attaccata alla vita. Ma forse questa variazione racchiude anche quella prima parte che esprime il rifuggire dal destino e dal tempo che ingiusto scandisce l'ora della sventurata.
Così eccoci: il violoncello rappresenta sia la morte, sia il Wanderer, osservatore neutro che passa, guarda e se ne va, come la vita: quasi una visione di quel "il possibile non è nelle nostre mani" di Schopenhauer.
Le parti centrali, ovvero il tema terzinato, introducono già un nuovo aspetto: ovvero il tempo. Il tempo della vita, il tempo del canto, il tempo, contro il quale nessuno di noi, per quanto giusto o buono può far nulla, il tempo inesorabile, che per quanto posto in secondo piano è sempre presente e che è, ci suggerisce Schubert, il vero tema della nostra vita: cosa fare con o contro il tempo che ci è concesso?
Ed infine non è più la morte che canta in questa variazione ,ma è la Fanciulla. Certo, una fanciulla con un altro tema che già si intreccia con quello della Morte, ma che presenta una ritmica in contrasto con il tempo (terzine contro duine di ottavi o quartine di sedicesimi), singhiozzando, fugge e si insegue, si avviluppa e s'adombra quasi fosse alla ricerca attraverso questo movimento, di dare ancora al suo fato una parvenza di vita. In una variazione in cui il "ritmo" è il punto di interesse principale, qualcosa che va contro di esso certo non solo lo contrasta da punto di vista della pulsazione anche da quello filosofico e narrativo.
Continueranno tante variazioni ancora, fino ad arrivare alla famosa "catarsi attraverso Tanatòs" che Schubert sempre poneva tra i suoi temi cari. Si conclude tutto in un Sol maggiore che si tinge di una strana malinconia, come se alla fine l'unica risposta al grande interrogativo "Schoene Welt, wo bist du", fosse ahimè, fin troppo scontata.
Ecco a voi il link, Enjoy!!
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